Palazzo Silvani

Tuesday, August 26, 2008

IL GIUDICE GIOVANNI CAVAGNATI
Non conoscevo questa storia della mia città anche perchè è successa cento anni prima della mia "carriera" cioè nel 1875 ...
Bologna all'epoca era una città povera ma non priva di intrallazzi,come da sempre!La sera del 31 maggio una sera piuttosto calda come altre in quel periodo e la temperatura era stata per tutto il giorno ben oltre i valori .
La zona che ci interessa,guarda caso è Piazza San Domenico e Piazza Calderini.L'afa stagnava e non c'era neppure un alito di vento a dare una ben che minima senzazione di refrigerio.Le donne quà e la chiaccheravano del piu' del meno mentre i signori borghesi si erano portati fuori le mura nelle ville del contado per scampare a una epidemia procurato probabilmente dalle cattive condizioni igeniche in cui imperversava la città.
Quella sera appunto presso il circolo Felsineo precisamente sul lato sinistro di piazza Calderini.In questo angolo della città si erano radunate facoltose persone ,ospiti di una importante famiglia e tra letture e premiazione di un pittore applausi ecc,poco distante altri signori conversavano tra loro. Uno di questi era sostituto procuratore del Re Giovanni Cavagnati,persona integerrima che infliggeva pene severe anche a chi era colpevole di reati meno gravi.
Il trasferimento nella città turrita gli aveva dato l'opportunità di avanzamento di carriera e come capita anche oggi lascio' dietro di se' rimpianti e soddisfazione.Anche a Bologna il Giudice faceva valere e rispettare la legalità.Fu' proprio Lui a smascherare truffatori che sfruttavano la povera gente e fece condannare e ingabbiare un personaggio potente della città  un barone tale Franco Mistrali amministratore unico della Banca di Romagna.Si narra che il Giudice avesse un bell'aspetto e fosse amante della bellezza femminile,che in città non mancava di certo.Si presentava inoltre come persona esperta intelligente e aperto,una statura normale e una barbetta appuntita.Proveniva da una famiglia di Magistrati e aveva un fratello a Forlì.Si diceva che era fidanzato ufficiale con una bella ragazza di Piacenza e poco piu' avanti l'avrebbe sposata.Quella sera come tante altre il Giudice si era soffermato al Circolo Felsineo a discorrere del suo matrimonio con il naturale entusiamo di un evento importante della vita e a salutare gli amici.In compagnia del collega Privitera dopo aver salutato il caporedattore di un quotidinano si incamminarono verso via Barberia e fino all'angolo con via Cesare Battisti.




















Qui' di solito il Giudice era abituato ad accendere una candela davanti all'immagine sacra della Madonna e dopo il segno della croce riprendeva il cammino fino a via Nosadella .Questa immagine sacra della Madonna (vedi foto) i bolognesi la chiamavano la Madonna della notte e delle ombre. Poco piu' avantic'era un un locale frequentato per lo piu' da soggetti dediti al gioco di ogni genere anche di quelli proibiti. I due uomini di legge a passo lento e conversando arrivarono nelle vicinanze distratti da una voce dolce che da una finesta canticchiava una canzone e i due si soffermarono per udire meglio.Poi raggiunsero  l'incrocio tra Sant'Isaia e Nosadella e dal caffè della Posta uscirono dei clienti e ci fu' uno scambio di saluti,fu' a quel punto che Privitera chiese al Giudice delle imminenti nozze e Cavagnati con un profondo sospiro esclamo'" a giorni".
Privitera le chiese se sarebbe tornato a Bologna con la Sua sposa ma questi rispose che la propria sposa era molto impegnata per motivi di lavoro  in quel di Piacenza e che avrebbe dovuto per un po fare il pendolare. Mentre passo' la carrozza del Marchese Tanari si congedarono a pochi passi dalla propria abitazione e da quel momente del Giudice Giovanni Cavagnati si perse ogni traccia.

Il giorno seguente la cameriera trovo' la camera intatta,come pure la valigia che sarebbe servita al Giudice per il viaggio a Piacenza.La cameriera ritenne opportuno avvisare subito la Polizia e fu lo stesso Questore a seguire le indagini.La Magistratura apri' un'inchiesta affidandola al cavaliere Coiro.La prima domanda che molti si fecero fu  come una persona robusta come il Giudice Cavagnati potesse svanire cosi' nel nulla improvvisamente .Quando il Giudice si congedo' con il collega Privitera,gli restavano da oltrepassare dieci portoni di abitazioni e quindi dieci androni.
Le prime due ipotesi furono la volontarietà oppure il rapimento. Anche perchè non era un personaggio di facili costumi e se voleva defilarsi dal matrimonio imminente poteva facilmente trovare altre ben piu' facili soluzioni.Quindi coloro che ebbero il caso da seguire e risolvere si concentrarono su un caso di rapimento.Proprio dove abitava Cavagnati,venne nei giorni seguenti recapitata una lettera anonima proveniente da Budrio . Cavagnati alcuni mesi prima della scomparsa avevo smontato un caso accusatorio di un omicidio brutale e ritenne che solo uno dei sette accusati era il vero responsabile e per lui chiese la condanna.Era assodato che il Giudice aveva a Bologna piu' nemici che amici.La Bologna di allora era una città povera e il pericolo di incontrare figure poco raccomandabili era abbastanza frequente.Quindi il rapimento se è stato cosi' si è consumato in un tratto di strada di via Nosadella molto diversa da quella di oggi dove quà e là venivono coltivati orti,gli androni delle case erano facile nascondiglio per sequestrare di persona. Passarono i giorni epiu' nessuna traccia fino a quando qualcuno disse di averlo visto a Vergato.I carabinieri andaro a cercarlo da quelle parti ma del Cavagnati o sosia nessuna traccia.Anche i giornali non risparmiarono maldicenze sul conto di questo Giudice che comunque si sapeva ben poco di lui e della famigliaLe indagini furono continue e non portarono a nulla di concreto.Dopo cinque anni l'istruttoria fu chiusa con un nulla di fatto.Era il 24 settembre 1892